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lunedì 25 novembre 2013

Talent show che costringono gli artisti Italiani ad abbandonare L'Italia

Cari amici del web, finalmente un po' di tempo libero e relax per me, per modo di dire, visto che sto organizzando vari progetti , come una serie di presentazioni letterarie con musica al seguito, le mie solite recensioni sulla rivista sulpalco.com, una serie di eventi, forse, in un'associazione culturale, una serie di interviste su una web radio di Roma e questa mia nuova attività che aiuta i musicisti a scambiarsi informazioni, il sito è in costruzione e credo lo chiamerò : L'agenda dell'artista ( emergente), una sorta di diario dove estrapolare informazioni utili quali locali che ospitano band, hotel , ristoranti, riviste che fanno recensioni e radio che fanno promozione, tutto rigorosamente gratis, eccetto per i locali che pagano gli artisti.
Ormai tutti sapete che il mio unico lavoro retribuito e che sono felice di fare è quello in Dhl, ma mi sto battendo per questa causa ( che alcuni dicono sia già persa) per fare promozione a validi artisti che si vedono chiudere le porte in faccia perché non sono famosi, perché non sono cover, perché non conoscono nessuno, perché inizialmente non portano pubblico e soldi.
“Cercasi commessa con esperienza”, questo è il solito annuncio che vediamo in giro per bar, negozi e centri commerciali, il punto è che se una persona non inizia da qualche parte, mai riuscirà a trovare lavoro.
Con i musicisti vale lo stesso, i locali, giustamente o ingiustamente, non se la sentono di rischiare e preferiscono ospitare band già nota, che siano cover o originali purché portino pubblico.
Questa è la mentalità che c'è in Italia, perché girovagando per le città, anche europee , ho avuto modo di riscontrare che la band emergenti, all'estero, hanno molte più possibilità di suonare, ma è comunque difficile perché la concorrenza è notevole.
Molti bravi artisti, paradossalmente, vanno all'estero, diventano famosi lì e poi iniziano a farsi conoscere qui in Italia, perché l'Italia non rischia, va sul sicuro, anche se poi, guardandosi intorno, tanto sicuro non è … Ormai ovunque ti giri vedi solo marcio.
Così ho deciso di spendere del tempo, con l'aiuto di persone molto gentili e disponibili, quali Emanuela Petroni, Anna Maria Funari, l'associazione culturale Ex Lavanderia, Sf Radio e tante altre brave e appassionate persone come Teresa Pontillo o il mio amico Marco Civilla e divulgare il verbo che sia in musica o in letteratura.
Non vi nascondo che spesso sono lenta, perché c'è tanto da fare, spesso arrivo a fine giornata stremata, e a volte mi dimentico qualcosa, ma per questo c'è la mia super agenda, ma vado a letto serena e felice.
Forse sogno troppo, forse ha ragione il signore che mi ha detto che la mia è una causa persa, ma io voglio provare e se l'unione fa la forza, qualcosa otterremo!
Oggi ho letto un articolo molto interessante del mio amico (geniale) Luca Fadda, qui il link : http://lfk.altervista.org/blog/i-dati-dascolto-di-masterpiece-sono-eloquenti/
Ormai sono tutti talent show , ma spazzatura, dove le persone, invece di fare arte, litigano, discutono, si insultano, si criticano , per raggiungere un obiettivo, che non è far notare il loro talento artistico, ma far notare il loro talento nel saper insultare …
Sono pochi ormai i programmi seri che si vedono in Italia e sono solo pochi gli artisti, usciti da lì , che diventano qualcuno, gli altri diventano sempre “meteore”.
Mi è capitato di vedere gli stessi programmi in altri paesi, e la situazione è molto diversa, sicuramente vi è sempre un po' di competizione, ma non c'è lo schifo che oggi vediamo da noi.
Questo mi dispiace molto perché , da quando ho iniziato questo lavoro virtuale, ho avuto modo di riscontrare che in Italia, anche se non sono poi così tanti, ci sono dei talenti veri e propri, come i Raindogs, Antonello Brunetti, il Quartino Divino, gli Eden, I Volvedo, I Kpanic, I Salvo complicazioni, gli Edena, gli Uscita 17, Vladimiro Monolo e tanti tanti altri … E la frase che mi sento dire più spesso da loro è questa : “Se continua così o smetto di suonare o me ne vado all'estero”.
Per gli autori vale lo stesso; tempo fa mi sono sentita dire da una giornalista di una nota televisione che non era interessata a leggersi il mio romanzo perché non ero nota e perché probabilmente avevo pagato per pubblicare il libro, senza sapere chi io fossi in verità.
Una porta chiusa perché non sono famosa, senza nemmeno aver letto il mio libro, senza aver riscontrato che fosse scritto bene o male, se fosse brutto o bello, semplicemente un no categorico perché non ero famosa.
E così, sono molti editori a rispondermi in questo modo.
E' una triste realtà, ma bisogna conviverci, solo che arrendersi e andare altrove non è la soluzione migliore, ma si andare avanti, puntare tutti insieme sulle piccole realtà che poi ci portano alle grandi.
Io ne sono la dimostrazione, mi stanno capitando innumerevoli situazioni e anche se nessuno mi paga per quello che faccio sto avendo tante possibilità per far conoscere i miei amici musicisti e autori.
Bene, ora vado, vi ricordo che oggi c'è la diretta di Punto Radio e a tal proposito mi vado a vedere la presentazione del nuovo libro di Veronica Niccolai, Wolves.
Un abbraccio a tutti.
Vostra C.

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